Chiarimenti del Vicario Generale;
Documento Arcidiocesi di Bologna;
Documento CEI;
Documento Santa Sede;
erano state da poco inviate le Disposizioni per la Settimana Santa nell’Arcidiocesi di Bologna, ed è arrivata alla CEI la Nota del Ministero dell’Interno che allego, che chiarisce e determina alcuni punti.
Quello che più ci riguarda è: 1) accesso dei fedeli alle chiese; 2) partecipazione alle celebrazioni senza popolo; 3) Le celebrazioni della settimana santa.
1) Si ribadisce che le chiese possono restare aperte per la preghiera personale, a condizione che si eviti ogni forma di assembramento o raggruppamento di persone e si mantenga la distanza di almeno un metro anche tra i presenti. Tuttavia si precisa che l’accesso alle chiese può avvenire solo in occasione di spostamenti determinati da “comprovate esigenze lavorative” o “per situazioni di necessità”. Pertanto la chiesa visitata deve trovarsi o nelle vicinanze della propria abitazione o lungo il percorso dalla propria abitazione al luogo ove ci si reca per lavoro o per necessità. In caso di controllo si potrà così esibire l’autocertificazione o rendere dichiarazione in ordine alla sussistenza di tali specifici motivi.
2) Le celebrazioni liturgiche senza il concorso dei fedeli e limitate ai soli celebranti e agli accoliti necessari per l’officiatura del rito, non rientrano nelle proibizioni restrittive, a motivo del numero limitato di persone interessate.
3) La settimana santa, per la particolarità dei suoi riti richiede possano partecipare alle celebrazioni, sempre in forma privata, anche il lettore, il cantore, l’organista e gli operatori, se la celebrazione viene trasmessa. In questo caso il servizio che si presta è ascrivibile ad una “comprovata esigenza lavorativa”, e tale può essere dichiarato nell’autocertificazione, specificando giorno, ora della celebrazione e indirizzo della chiesa ove si svolge il rito. L’uscita di casa per recarsi al luogo della celebrazione, in questo caso specifico, non incorre in contestazioni e relative sanzioni da parte delle forze di polizia.
Per comodità si allega:
- La nota del Ministero dell’Interno in data protocollo 27 marzo 2020
- Il modulo per l’autocertificazione che possono utilizzare coloro che prestano servizio per le celebrazioni.
Nel costante ricordo vicendevole, un saluto cordiale.
Bologna, 28 marzo 2020
Vicario Generale per l’Amministrazione
Disposizioni nell’Arcidiocesi di Bologna per la Settimana Santa 2020 (27/3/2020)
Indicazioni generali
- Perdurando le misure restrittive in atto, che riguardano gli assembramenti e i movimenti delle persone, ci apprestiamo a celebrare la Settimana Santa in una modalità tutta particolare. La S. Sede e la CEI hanno disposto che, non potendo spostare la data della Pasqua, i Vescovi e i Presbiteri celebrino comunque i riti che la precedono in luoghi idonei, senza concorso di popolo e, se possibile, evitando concelebrazioni.
- Pertanto le solenni celebrazioni Liturgiche previste dal Messale Romano per la Domenica delle Palme e il Triduo Pasquale dovranno svolgersi nelle chiese, a porte chiuse, con il minimo di presenze necessarie ad una degna celebrazione. Oltre il presidente e il diacono, sia presente solo chi svolge i vari compiti liturgici, ribadendo l’obbligatorietà che siano rispettate tutte le misure sanitarie, a partire dalla distanza fisica tra i partecipanti.
- Tutti i fedeli sono invitati da casa a collegarsi alle celebrazioni dell’Arcivescovo o della propria comunità, che verranno trasmesse attraverso la televisione o gli altri mezzi di comunicazione. A tutti si raccomanda di avere maggior cura, in questi giorni, dei momenti di preghiera personale e familiare, predisponendoli per tempo. A questo scopo saranno predisposti sussidi specifici a cura dell’Ufficio liturgico diocesano.
- Resta in vigore l’attuale disposizione dell’autorità civile per la quale, nonostante siano sospese le celebrazioni delle messe e degli altri riti religiosi, sono consentiti l’apertura e l’accesso dei fedeli ai luoghi di culto, purché si evitino assembramenti e si assicuri la distanza tra i frequentatori di almeno un metro.
Assoluzione dei peccati in situazioni particolari
- Sarà più difficile per molti quest’anno accostarsi come di consueto al sacramento della Confessione prima di Pasqua. Tuttavia nella misura del possibile, con gli accorgimenti prescritti (spazio aperto, distanza di almeno un metro, ricorso alla mascherina) sarà cosa buona e lodevole per chi può accostarsi alla confessione sacramentale.
- Qualora gli ammalati non possano confessare individualmente i propri peccati, ma chiedano l’assoluzione sacramentale, i sacerdoti possono assolverli, dopo aver invitato, per quanto possibile, ad esprimere il pentimento e la richiesta del perdono.
- In caso di necessità, limitatamente agli ammalati che lo desiderino e a coloro che li assistono (sanitari e familiari) e ne facciano richiesta, i sacerdoti hanno la facoltà di dare l’Assoluzione simultanea a più penitenti. Il “caso di necessità” si ravvisa quando vi sia pericolo di vita, oppure quando, per timore di contagio o altri motivi, è impossibile avvicinare l’ammalato, o mantenere la necessaria riservatezza. In ogni caso l’assoluzione deve essere data dal sacerdote presente di persona e deve essere udibile, anche a distanza, da chi riceve il sacramento.
- Si ricordi ai fedeli la necessità – superata l’emergenza – di confessare i peccati gravi che sono stati assolti senza poter fare la confessione individuale. I sacerdoti che dovessero ricorrere all’assoluzione generale, ne informino l’Arcivescovo.
- Qualora non sia possibile ricorrere all’assoluzione sacramentale, si ricorda a tutti la dottrina generale per la quale, nell’impossibilità di accostarsi al confessore, anche il solo proposito di ricevere appena possibile l’assoluzione sacramentale, accompagnato da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di me) ottiene il perdono dei peccati commessi, anche gravi, e la riconciliazione con Dio.
L’assistenza agli ammalati in isolamento
10. Gli ammalati in isolamento possono avere contatto solo con il personale sanitario. Qualora se ne ravvisi l’opportunità, il cappellano degli ospedali può dare a qualcuno del personale sanitario giudicato idoneo, la facoltà di portare la SS.ma Eucaristia agli ammalati che la chiedano.
La Settimana Santa
11. Vigilia delle Palme.
La Settimana Santa è stata introdotta a Bologna, negli scorsi decenni, dalla celebrazione cittadina con i giovani, il sabato sera. Quest’anno l’Arcivescovo, alle ore 21.00, guiderà una Veglia di preghiera, riflessione e di testimonianze-video di giovani, che sarà teletrasmessa dalla Basilica di S. Stefano.
12. Domenica delle Palme.
Alle ore 10.30 l’Arcivescovo presiederà la celebrazione (trasmessa in televisione) che inizia con la benedizione dei rami di ulivo e la processione introitale alla Messa.
I fedeli, dalle loro case, si potranno unire alla celebrazione diocesana, tenendo in mano anch’essi rami di ulivo o di altre piante, che saranno in questo modo benedetti.
Nelle chiese parrocchiali la celebrazione si compia commemorando l’ingresso del Signore in Gerusalemme in forma semplice (terza forma del Messale Romano), cioè con il canto di ingresso previsto dal Messale in forma responsoriale e con la dovuta solennità. Non è quindi prevista la benedizione dei rami di ulivo.
13. Messa crismale.
La Messa crismale è assemblea del Popolo sacerdotale e deve poter prevedere la presenza almeno di una rappresentanza di tutte le categorie di fedeli. Date le attuali limitazioni viene trasferita ad una data successiva alla Pasqua. Si ricorda che, in caso di necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi come previsto dal rituale per il Sacramento dell’unzione e la cura pastorale degli infermi (Introduzione, n. 21 e 77bis).
14. Messa in Coena Domini.
Il Giovedì Santo alle ore 17.30 il Card. Arcivescovo celebra, in Cattedrale, la Messa nella Cena del Signore.
Nelle altre chiese si può celebrare con le restrizioni prescritte. Si omette la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione. Il Santissimo Sacramento viene riposto nel Tabernacolo senza adorazione solenne. Non vengono allestiti altari per la reposizione, né si incoraggiano le visite consuete e le veglie di adorazione.
In questo giorno, in via straordinaria, è concessa ai singoli presbiteri la facoltà di celebrare la S. Messa nella Cena del Signore in luogo adatto, senza concorso di popolo. In alternativa si celebri il Vespro, come stabilito nella liturgia delle ore.
15. Venerdì Santo.
È giorno di digiuno e di astinenza dalla carne.
Alle ore 9.00 il Card. Arcivescovo guida, dalla Cattedrale, la celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi.
Alle ore 15.00 si terrà la Via Crucis presieduta dall’Arcivescovo, teletrasmessa.
Alle ore 17.30 il Card. Arcivescovo presiede, in Cattedrale, la solenne Celebrazione della Passione del Signore.
Nelle altre chiese si celebra la Passione all’orario stabilito, nella forma prevista e con le limitazioni del momento.
Quest’anno, nella solenne preghiera universale si introduca (prima dell’ultima) una speciale intenzione (che sarà preparata dall’Ufficio liturgico diocesano) per la situazione attuale di epidemia.
Nel rito di Adorazione della Croce si ometta il bacio.
Chi non partecipa alla celebrazione della Passione, celebri il Vespro, come stabilito nelle Liturgia delle ore.
16. Il Sabato Santo
Alle ore 9.00 il Card. Arcivescovo guida, dalla Cattedrale, la celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi.
Quest’anno non è possibile compiere la benedizione delle uova e dei cibi pasquali. Una preghiera apposita di benedizione sarà predisposta dall’Ufficio liturgico, che si può recitare in famiglia.
Alle ore 21.00, in Cattedrale, il Card. Arcivescovo presiede la Messa della Risurrezione nella veglia Pasquale.
Nella parrocchie tutto si svolge all’orario stabilito, con le limitazioni del momento. La liturgia battesimale si compie nella forma più semplice, senza la benedizione del fonte e senza celebrazione di Battesimi.
Chi non partecipa alla Veglia Pasquale, celebri l’Ufficio delle Letture come stabilito nella Liturgia delle ore.
17. Domenica di Pasqua.
Alle 10.30 l’Arcivescovo presiede la S. Messa, dalla Cattedrale, teletrasmessa.
Le celebrazioni nelle altre chiese, devono rispettare le stesse indicazioni delle altre domeniche.
Altre indicazioni
18. Prime Comunioni e Cresime nel tempo Pasquale.
Su indicazione dell’Ufficio Catechistico Nazionale, si invitano le parrocchie a considerare l’opportunità di trasferire queste celebrazioni dopo la pausa estiva, considerando l’interruzione della vita parrocchiale in questi mesi e il poco tempo che ci sarebbe dopo la ripresa, per una adeguata preparazione.
19. Il congedo dai fedeli che muoiono in tempo di restrizioni.
Una delle sofferenze più grandi in questo periodo, per quanti hanno dovuto affrontare la morte, è l’assenza del conforto della vicinanza dei propri cari; senza dimenticare le famiglie che non hanno potuto neppure celebrare per i propri defunti i riti esequiali: a tempo opportuno verranno celebrate le Messe di suffragio e ricordati tutti i morti di questo periodo. È opportuno mettere a disposizione delle famiglie e dei parenti le preghiere che, in assenza del ministro, sono previste per accompagnare il momento della morte e della sepoltura. Sono tra le preghiere più belle e vibranti della nostra liturgia, che aprono il cuore ad una grande speranza, oltre la morte: dovrebbero diventare più familiari per il grande orizzonte che indicano. Verranno indicate nel sussidio dell’Ufficio liturgico diocesano.
20. Avvertenze igieniche per i ministri nell’amministrazione dei sacramenti.
Qualora ci sia necessità di amministrare il Battesimo, per imminente pericolo di vita, questo avvenga nella forma abbreviata prevista dal Rito, senza toccare il corpo del battezzando, con guanti monouso per le unzioni.
Il Viatico sia portato dal ministro ordinato, senza toccare le labbra del malato, né i familiari, usando mascherina e guanti monouso.
Analogamente per l’Unzione degli Infermi il presbitero non tocchi il malato, usi mascherina e guanti monouso.
Nelle sagrestie si curi con particolare attenzione l’igiene ambientale e la conservazione delle ostie e del vino destinati alla consacrazione.
Si provveda a dotarsi di un dispensatore di soluzione igienizzante e di asciugamani di carta monouso.
La biancheria dell’altare si cambi frequentemente.
Si abbia molta cura nel toccare i vasi sacri con le mani sempre pulite.
Una particolare attenzione si abbia all’altare, durante la liturgia eucaristica: il corporale con le specie eucaristiche venga collocato a distanza da chi presiede, e il più possibile le specie stiano coperte. Il pane su cui viene pronunciata la formula di consacrazione venga consumato interamente dal presidente e non diviso con altri. Nel caso che, oltre al presidente, altri debbano comunicarsi al calice, si usino calici distinti per chi presiede e gli altri.
Molta cura si abbia anche nella purificazione. Il calice lo purifichi lo stesso ministro che vi ha bevuto. Qualora vi sia sospetto di possibile contaminazione l’acqua della purificazione delle dita e dei vasi sacri può essere versata nel sacrario.
Anche attraverso queste attenzioni, desideriamo manifestare la premura verso il popolo di Dio che ci è affidato e celebrare nel modo migliore possibile i giorni santi della Pasqua.
✠ Matteo Card. Zuppi Arcivescovo di Bologna
Bologna, 27 marzo 2020
Indicazioni attuative della CEI (25/3/2020)
Mercoledì 25 marzo il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato un Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, con cui aggiorna – “su mandato del Santo Padre” – le indicazioni generali e i suggerimenti già offerti in un precedente Decreto dello scorso 19 marzo.
Il testo della Santa Sede (che viene allegato) disciplina le celebrazioni della Settimana Santa, dando disposizioni specifiche per i Paesi colpiti dall’emergenza sanitaria.
Dopo aver chiarito che – nonostante la pandemia – la data della Pasqua non può essere rinviata, indica i criteri con cui celebrarla.
Alla luce delle misure restrittive in atto, che riguardano gli assembramenti e i movimenti delle persone, il Decreto della Congregazione stabilisce che i Vescovi e i Presbiteri evitino la concelebrazione e celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo.
Nell’interlocuzione della Segreteria Generale con la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è rappresentata la necessità che, per garantire un minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione. Su questa linea l’Autorità governativa ha ribadito l’obbligatorietà che siano rispettate le misure sanitarie, a partire dalla distanza fisica.
Il Decreto chiede che i fedeli siano invitati a unirsi alla preghiera nelle proprie abitazioni, anche grazie alla trasmissione in diretta dei vari momenti celebrativi e alla valorizzazione di sussidi curati per la preghiera familiare e personale.
I media della CEI – a partire da Tv2000 e dal Circuito radiofonico InBlu – copriranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre; il sito https://chiciseparera.chiesacattolica.it/, grazie alla collaborazione dell’Ufficio Liturgico Nazionale e ai contributi condivisi dal territorio, rimane un possibile riferimento anche per la sussidiazione.
Per quanto riguarda le espressioni della pietà popolare e le processioni, il Decreto affida al Vescovo diocesano la possibilità di trasferirle a una data conveniente (propone, a titolo esemplificativo, il 14 e il 15 settembre).
Nello specifico, il Decreto prevede:
- Per la Domenica delle Palme una distinzione tra la celebrazione in Cattedrale e quella nella chiesa parrocchiale. Nel primo caso chiede che venga assunta la seconda forma prevista dal Messale Romano, con una processione all’interno della chiesa con ramo d’ulivo o di palma. Nel secondo caso, invece, l’ingresso del Signore in Gerusalemme vie commemorato in forma semplice (terza forma del Messale Romano).
- Messa crismale: il Decreto dà facoltà alle Conferenze Episcopali di trasferirne la celebrazione ad altra data.
Va in questa direzione anche l’indicazione giunta da buona parte dei Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali, che già la scorsa settimana ipotizzava un rinvio della celebrazione a tempi migliori, così da consentire la piena partecipazione di presbiteri e laici. Sarà il Consiglio Episcopale Permanente a offrire un orientamento unitario, in sintonia con la decisione che il Santo Padre, Primate d’Italia, adotterà per la Diocesi di Roma.
Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (Cfr. Sacramento dell’unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis).
- Giovedì Santo: il Decreto concede in via straordinaria ai presbiteri la facoltà di celebrare la S. Messa senza concorso di popolo. Stabilisce che siano omesse la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione: il Santissimo viene riposto nel Tabernacolo.
- Venerdì Santo: riprendendo l’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12) il Decreto chiede che il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”.
- Veglia pasquale: il Decreto prescrive che sia celebrata esclusivamente nelle chiese cattedrali e parrocchiali. Rinvia i battesimi e prevede che si mantenga soltanto il rinnovo delle promesse battesimali.
Le indicazioni del Decreto sono estese a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose.
Si ricorda che in caso di estrema necessità l’atto di dolore perfetto, accompagnato dall’intenzione di ricevere il sacramento della Penitenza, da se stesso comporta immediatamente la riconciliazione con Dio. Se si verifica l’impossibilità di accostarsi al sacramento della Penitenza, anche il votum sacramenti, ovvero, anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnata da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi. (cfr. Concilio di Trento, Sess. XIV, Doctrina de Sacramento Paenitentiae, 4 [DH 1677]; Congregazione per la Dottrina delle Fede, Nota del 25 novembre 1989; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1451-1452).
Nei prossimi giorni sarà reso noto dalla Santa Sede il calendario delle celebrazioni del Santo Padre, relative alla Settimana Santa.
La Presidenza della CEI
Roma, 25 marzo 2020
Decreto della Congregazione per il culto divino sui riti della settimana santa in tempo di pandemia (25/3/2020)
Considerato il rapido evolversi della pandemia da Covid-19 e tenendo conto delle osservazioni pervenute dalle Conferenze Episcopali, questa Congregazione offre un aggiornamento alle indicazioni generali e ai suggerimenti già dati ai Vescovi nel precedente decreto del 19 marzo 2020.
Dal momento che la data della Pasqua non può essere trasferita, nei paesi colpiti dalla malattia, dove sono previste restrizioni circa gli assembramenti e i movimenti delle persone, i Vescovi e i Presbiteri celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo e in luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace.
I fedeli siano avvisati dell’ora d’inizio delle celebrazioni in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni. Potranno essere di aiuto i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata. In ogni caso rimane importante dedicare un congruo tempo alla preghiera, valorizzando soprattutto la Liturgia Horarum.
Le Conferenze Episcopali e le singole diocesi non manchino di offrire sussidi per aiutare la preghiera familiare e personale.
1 – Domenica della Palme. La Commemorazione dell’Ingresso del Signore a Gerusalemme si celebri all’interno dell’edificio sacro; nelle chiese Cattedrali si adotti la seconda forma prevista dal Messale Romano, nelle chiese Parrocchiali e negli altri luoghi la terza.
2 – Messa crismale. Valutando il caso concreto nei diversi Paesi, le Conferenze Episcopali potranno dare indicazioni circa un eventuale trasferimento ad altra data.
3 – Giovedì Santo. La lavanda dei piedi, già facoltativa, si ometta. Al termine della Messa nella Cena del Signore si ometta anche la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca nel tabernacolo. In questo giorno si concede eccezionalmente ai Presbiteri la facoltà di celebrare la Messa senza concorso di popolo, in luogo adatto.
4 – Venerdì Santo. Nella preghiera universale i Vescovi avranno cura di predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti, (cf. Missale Romanum). L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sia limitato al solo celebrante.
5 – Veglia Pasquale. Si celebri esclusivamente nelle chiese Cattedrali e Parrocchiali. Per la liturgia battesimale, si mantenga solo il rinnovo delle promesse battesimali (cf. Missale Romanum).
Per i seminari, i collegi sacerdotali, i monasteri e le comunità religiose ci si attenga alle indicazioni del presente Decreto.
Le espressioni della pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del Vescovo diocesano, potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre.
De mandato Summi Pontificis pro hoc tantum anno 2020.
Dalla Sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 25 marzo 2020, solennità dell’Annunciazione del Signore.
Robert Card. Sarah, Prefetto
Arthur Roche Arcivescovo, Segretario