Dal vangelo secondo Giovanni (12,44-50)
n quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me
ma in colui che mi ha mandato;
chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo».
COMMENTO
Con franchezza il Vangelo ci dice che abbiamo bisogno di salvezza, ed è ben per questo che il Signore è venuto nel mondo e che raggiunge la nostra vita. Questo significa che il nostro punto di partenza è la condanna, dalla quale uscire accompagnati dal Salvatore. Senza di lui siamo nell’ombra, siamo isolati. La proposta del Signore però si scontra con la nostra presunzione di non essere perduti e il desiderio di essere confermati, rassicurati nella nostra condizione. Gesù non è venuto per una rassicurante difesa, ma per un esodo, un uscire incerto verso una liberazione più grande.
PERGHIERA
Sal 125(126)
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Preghiamo.
O Dio, che sempre ascolti con bontà
la voce dei tuoi fedeli che sono nella tribolazione,
ti rendiamo grazie per i tuoi benefici
e ti supplichiamo umilmente
perché, liberi da tutti i mali,
possiamo sempre servirti nella gioia.
Per Cristo nostro Signore. Amen.