Dal vangelo secondo Matteo (5,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi:
Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti;
ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.
Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».
COMMENTO
Abbiamo una concezione leggera delle nostre parole. Pensiamo che non abbiano peso e le esprimiamo incoscienti, senza riflettere se stiamo investendo la nostra credibilità per qualcosa di vero oppure di falso. Tra fake-news, odiatori seriali e quant’altro abbiamo perso il senso della “parola data”, dell’associazione che creiamo con la verità o la menzogna. Il Vangelo ci ricorda chi è il Signore e il padrone di tutto, anche della nostra vita, che ci chiama ad essere cooperatori della verità. Non siamo noi a dover coinvolgere lui nella nostra falsità, ma lui a coinvolgere noi nella sua verità.
PREGHIERA
Salmo 14(15)
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se ha giurato a proprio danno,
mantiene la parola;
non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
Preghiamo.
O Dio, che con il tuo Spirito di adozione
ci hai reso figli della luce,
guidaci nel nostro cammino,
e fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore,
ma restiamo sempre luminosi
nello splendore della verità
per diventare operatori di verità
e testimoni del tuo Vangelo.
Per Cristo nostro Signore. Amen.