Meditazione sul vangelo del giorno

Venerdì della XXII settimana

Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi.

Dal Vangelo secondo Luca (5, 33-39)

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

COMMENTO

Il digiuno era una prassi importante nella spiritualità dei giudei. C’è solo un altro testo in cui si parla di qualcuno che digiuna, (Lc 18,12) quello del fariseo e del pubblicano che vanno a pregare al tempio. Gesù, nella sua risposta, non lo annulla, ma ne riconosce l’uso secondo un criterio preciso: la presenza o l’assenza dello sposo. La gioia legata alla presenza dello sposo rende impossibile digiunare. Di frequente sentiamo parlare di persone che si impegnano nel digiuno per diventare più forti interiormente. In questo modo, però, il digiuno rischia di diventare qualcosa di cui vantarsi, che porta a mettere sé stessi al centro. Invece, per Gesù, il digiuno non dice il mio impegno, ma il mio essere stato privato della presenza dello sposo e della gioia ad essa legata. Dunque tra digiuno e presenza dello sposo c’è una incompatibilità totale, come tra un pezzo di vestito nuovo e un abito vecchio, o come tra il vino nuovo e degli otri vecchi. Il rischio in cui possiamo incorrere davanti al messaggio di Gesù in queste parabole è quello di cercare un compromesso tra il nostro “vecchio” stile di vita e il “nuovo” proposto dal Signore. Ma, se facciamo così, il risultato è quello di perdere sia il “nuovo” che il “vecchio”. Chiediamo al Signore la grazia di rinunciare al “vino vecchio” delle nostre abitudini, dei nostri pensieri, delle nostre sicurezze, per desiderare e accogliere il “vino nuovo” che egli vuole donarci.

PREGHIERA
Salmo 19

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale:
esulta come un prode che percorre la via.
Sorge da un estremo del cielo
e la sua orbita raggiunge l’altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro, rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti,
più preziosi dell’oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.

Anche il tuo servo ne è illuminato,
per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze, chi le discerne?
Assolvimi dai peccati nascosti.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro da grave peccato.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.

 

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno,
guida i nostri atti secondo la tua volontà,
perché nel nome del tuo Figlio
portiamo frutti generosi di opere buone.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

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