Meditazione sul vangelo del giorno

Giovedì XXIV settimana

chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto

Dal vangelo secondo Luca Lc 7, 36-50

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.

Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!» […]

Gesù disse alla donna: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

 

COMMENTO

Per il fariseo che invita Gesù a casa sua, il profeta è colui che conosce: la volontà di Dio, quello che c’è nel cuore dell’uomo, il giudizio di Dio sulle cose. Non sbaglia affatto. Il suo limite sta però nel senso di questa conoscenza. A cosa serve sapere che quella donna è una peccatrice? A cosa serve conoscere la legge di Dio? A cosa serve conoscere il disegno di Dio? Per il fariseo tutto questo serve ad evitare la peccatrice, l’impurità legale, la compromissione: per questo egli non riconosce Gesù come profeta. E se invece egli fosse un profeta proprio perché compie quei gesti? E se quel contatto compromettente con la donna peccatrice fosse il frutto di una più autentica conoscenza delle cose, del cuore di Dio e di quello dell’uomo? Scopriremmo che lo scopo di tutto non è evitare per preservarsi puri da soli, ma coinvolgersi per uscire insieme dal male.

PREGHIERA
Isaia 61,1-4

Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore,
il giorno di vendetta del nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per dare agli afflitti di Sion
una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell’abito da lutto,
veste di lode invece di uno spirito mesto.

Essi si chiameranno querce di giustizia,
piantagione del Signore, per manifestare la sua gloria.
Riedificheranno le rovine antiche,
ricostruiranno i vecchi ruderi,
restaureranno le città desolate,
i luoghi devastati dalle generazioni passate.

 

Preghiamo.

Effondi, Padre clementissimo, lo Spirito del tuo Figlio
sulla comunità dei suoi discepoli,
radunata nel tuo nome,
perché tutti i rinati nel Battesimo
siano testimoni e profeti del regno che viene.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

condividi su