Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
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Commento
La lettura di questa pagina del Vangelo di Giovanni richiama prepotentemente alla mente la famosa tela dal titolo “I discepoli Pietro e Giovanni corrono al sepolcro il mattino della Resurrezione”, dipinta da Eugene Burnand nel 1898: la stessa concitazione della corsa, il fiato in gola, il turbinio delle emozioni… Corre Maria Maddalena, corrono Pietro e Giovanni, corre la narrazione per placarsi in quel finale “e vide e credette” che è anche l’apice del racconto. E se quelle due parole: vide e credette, sono l’apice del racconto ci concentriamo su di esse. Perché del discepolo amato si dice “Vide e credette” , mentre di Pietro si dice solo che “Osservò i teli posati là”? Cos’ha visto di così sbalorditivo il discepolo amato che non abbia visto anche Pietro? Per me questa è una delle pagine più enigmatiche e misteriose del vangelo, dalla quale tutte le volte cerco invano di spremere una spiegazione plausibile. Di sicuro si tratta di un discorso sulla fede e su come si arriva alla fede. A Giovanni basta un dettaglio sui teli per credere, mentre Pietro si limita a raccogliere informazioni. La realtà presa in sé non dice nulla se non la si sa interpretare. E la guida nell’interpretazione in questo caso è l’amore. Per Pietro il dettaglio dei teli posati là acquisteranno senso dopo l’incontro col Risorto; al discepolo amato invece non è necessario vedere il Risorto per credere. Per questo il discepolo amato è il nostro modello nella fede, ma per essere come lui dobbiamo saper interpretare la realtà che si nasconde dietro ai piccoli dettagli per mezzo dei quali Dio ci parla.
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Preghiera
dal Salmo 96
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
Preghiera
Signore, tu che conosci i segreti delle coscienze
e sai quanto sia incerta e incostante la nostra fede,
illumina col tuo lume celeste le oscurità del nostro cuore
e donaci occhi nuovi per vedere
le meraviglie della salvezza che hai operato per noi.
Amen

