3 ottobre: san Felice, vescovo.
Memoria
San Felice, settimo vescovo di Bologna (397? – 432), precede immediatamente san Petronio. Già diacono della Chiesa di Milano, è ricordato da Paolino nella Vita di Sant’Ambrogio. Dall’epistolario ambrosiano apprendiamo che fu scelto per una delicata missione presso l’imperatore Teodosio nel 394: “Meritatamente a portare la mia lettera ho spedito il diacono Felice, mio figlio, affinchè sostenga anche le mie veci e presenti un memoriale per quelli che hanno ricorso alla Chiesa madre chiedendo misericordia della vostra pietà” (Ep. 62,3, in: PL 16,1239). La sua morte si fa risalire al 4 dicembre 432. Il suo capo è venerato nella Cattedrale, ove fu posto dal card. Gabriele Paleotti nel 1586.
SANTA MESSA
ANTlFONA D’INGRESSO
«Cercherò le pecore del mio gregge» dice il Signore,
«e farò sorgere un pastore che le conduca al pascolo;
io, il Signore, sarò il loro Dio». Ez 34,11.23-24
COLLETTA
Dio onnipotente ed eterno,
che hai chiamato a presiedere la tua Chiesa
il santo vescovo Felice,
per sua intercessione concedi a noi,
che lo veneriamo maestro e protettore,
di sperimentare la dolcezza della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Dove si celebra come festa:PRIMA LETTURA
Ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 4, 1-5
Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.SALMO RESPONSORIALE Salmo 22
Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome. Rit.Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perchè tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro
mi dànno sicurezza. Rit.Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca. Rit.Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni. Rit.CANTO AL VANGELO Mt 10, 5. 9
Rit. Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è in mezzo a voi, dice il Signore;
portate il messaggio di pace a tutti gli uomini. Rit. Alleluia.VANGELO
La messe è molta, ma gli operai sono pochi.
Dal vangelo secondo Luca 10, 1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e in ogni luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, nè bisaccia, nè sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: E’ vicino a voi il regno di Dio».
SULLE OFFERTE
Padre santo, l’offerta che ti presentiamo
nella memoria di san Felice,
dia gloria al tuo nome
e ottenga a noi il perdono e la pace.
Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
«Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi
e vi ho costituito, perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto rimanga», dice il Signore. Gv 15,16
DOPO LA COMUNIONE
Fortifica, Signore, la nostra fede
con questo cibo di vita eterna,
perché sull’esempio di san Felice
professiamo la verità in cui egli ha creduto,
e testimoniamo nelle opere l’insegnamento che ci ha trasmesso.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
LITURGIA DELLE ORE
Dal Comune dei pastori,
con salmodia del giorno del salterio, eccetto quanto segue.
UFFICIO DELLE LETTURE
SECONDA LETTURA
Dai “Discorsi” di san Giovanni Paolo II, papa
cfr. nn. 1. 3-4; Celebrare oggi, ed. Conferenza Episcopale Italiana, Roma, 1988, pp. 9-12
La liturgia presieduta dal vescovo manifesta la Chiesa
Il ruolo del vescovo come maestro, santificatore e pastore nella sua Chiesa è particolarmente evidente nella celebrazione della santa liturgia, che egli compie con i membri del Presbiterio e col popolo. Giustamente il Vaticano II ha sottolineato: “Tutti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo, principalmente nella chiesa cattedrale: convinti che c’è una speciale manifestazione della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima Eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri” (SC 41).
Quando il vescovo celebra in mezzo al popolo a lui affidato, è il mistero stesso della Chiesa che si manifesta mediante la celebrazione legittima della Eucaristia; egli è il grande sacerdote del suo popolo. “Mediante la predicazione del Vangelo, nella forza dello Spirito, egli chiama gli uomini alla fede oppure li conferma nella fede. . . ” (Caer. Ep. , 6), e mediante i sacramenti egli santifica i fedeli.
Quando il vescovo offre il sacrificio eucaristico e celebra i sacramenti, trasmette quello che lui stesso ha ricevuto dalla tradizione che viene dal Signore (cfr. I Cor 11, 25), e edifica in tal modo la Chiesa. Questa non ha la sua origine nella volontà dei discepoli, quasi avessero deciso di dare ai riti dell’Antica Alleanza una forma nuova. La Chiesa è stata creata come nuovo popolo di Dio intorno alla tavola dell’ultima cena (cfr. Dominicae Cenae n. 4). Essa è continuamente fondata dai gesti di Cristo, compiuti in suo nome da ministri ordinati: è così che essa può associarsi al mistero della morte e della risurrezione del Signore e ricevere il suo Spirito vivificante.
La celebrazione liturgica è alimento di una autentica vita cristiana, sia personale che comunitaria. Quando celebriamo la liturgia, noi partecipiamo ai misteri della redenzione, compiuti da nostro Signore, e comunichiamo alla vita del Padre insieme a tutti i fratelli come noi redenti: rappresentiamo l’universo riconciliato con Dio. Quello che celebriamo in spirito e verità, noi lo viviamo, pregustando nello Spirito ciò che saremo eternamente. Quando la liturgia è celebrata, la Chiesa è rivelata a se stessa, ciascuno di noi è rivelato a se medesimo. Sono momenti di pienezza e di grazia.
La celebrazione è sorgente della missione della Chiesa e di ciascun cristiano.
Il dinamismo missionario non viene dalla volontà degli uomini, che decidono di farsi propagatori della loro fede. Esso nasce dallo Spirito, che spinge la Chiesa a dilatarsi. Esso progredisce per la fede nell’amore di Dio. La celebrazione liturgica è il momento in cui i cristiani scoprono, in Cristo e nella Chiesa, il volto di Dio e il suo dono ineffabile, è il momento in cui scoprono che essi stessi sono amati fino all’estremo. La testimonianza e la missione non potranno che nascere da questa certezza.
Responsorio Cfr. Ignazio Ai Filadelfesi, 4
R. Unica è la carne del nostro Signore Gesù Cristo e unico il calice per unirci al suo sangue. * Tutto ciò che fate, fatelo secondo Dio.
V. Unico l’altare, come unico il vescovo con il suo presbiterio e i diaconi.
R. Tutto ciò che fate, fatelo secondo Dio.
Orazione
Dio onnipotente ed eterno, che hai chiamato a presiedere la tua Chiesa il santo vescovo Felice, per sua intercessione concedi a noi che lo veneriamo maestro e protettore, di sperimentare la dolcezza della tua misericordia. Per il nostro Signore.