Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,41-44)
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
COMMENTO
È sconvolgente questa immagine di Gesù che piange su Gerusalemme. L’onnipotenza divina è impotente di fronte al rifiuto dell’uomo. Il nostro Dio è un Dio che soffre, che versa lacrime umane. Sostiamo in contemplazione di questo mistero e chiediamoci se anche noi non riconosciamo il tempo in cui siamo visitati e non comprendiamo quello che porta alla pace. Forse che gli abitanti di Gerusalemme di duemila anni fa erano peggiori di noi? Come stiamo rispondendo all’anno di grazia che ci viene annunciato attraverso gli eventi della storia, il magistero del Papa, le sofferenze dei poveri, il grido della terra, la lezione della pandemia? Dio bussa al nostro cuore, ma è impotente se non lo lasciamo entrare.
PREGHIERA
Dal Salmo 49 (50)
Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, bellezza perfetta,
Dio risplende.
Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno stabilito con me l’alleanza
offrendo un sacrificio.
I cieli annunciano la sua giustizia:
è Dio che giudica.
Offri a Dio come sacrificio la lode
e sciogli all’Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno dell’angoscia:
ti libererò e tu mi darai gloria.
Preghiamo
Oggi, o Signore, è il giorno della tua visita, il tempo della tua misericordia; riunisci i tuoi figli all’ombra delle tue ali e converti il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Perché tu non debba piangere anche su di noi, fà che niente ci allontani dal Tuo amore. Amen