Meditazione sul vangelo del giorno

Martedì 9 ottobre – Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

Dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-22)

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

COMMENTO

Quando pensiamo a Gesù lo immaginiamo sempre molto pacifico, sorridente, accomodante, disposto a dispensare baci e abbracci a tutti. Gesù emerge nel Vangelo con una personalità straordinariamente mite, umile, ma allo stesso tempo, forte, decisa. E l’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio non è un’eccezione ma un gesto totalmente in linea con il suo temperamento. Il suo gesto forte non è di violenza contro le persone ma contro una mentalità, e basta fermarsi ai verbi usati per capirne la portata: scacciò, sparpagliò, rovesciò. “Scacciare” è il verbo che libera chi occupa abusivamente uno spazio. In questo caso è lo spazio del tempio, lo spazio di Dio che non può essere riempito da chi vende e chi compra, ma semmai da chi parla e chi ascolta. La preghiera non è un luogo di commercio bensì di ascolto e di decisione. “Sparpagliare” è il verbo che mette in discussione l’ordine di chi si è fatto i calcoli e pensa che attraverso di essi può manovrare Dio e il prossimo. Gesù sparpaglia le monete che contate e raccolte erano l’immagine di questo calcolo e dell’idea che ogni cosa ha un prezzo, quando invece l’Amore non è né calcolabile né vendibile. “Rovesciare” è il verbo della conversione, perché essa consiste nel rovesciamento di una mentalità. È imparare a vedere le cose da un punto di vista diverso, contrario, rovesciato appunto.

PREGHIERA
Salmo 149

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo Creatore,
esultino nel loro Re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con timpani e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona gli umili di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
sorgano lieti dai loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca
e la spada a due tagli nelle loro mani,

per compiere la vendetta tra i popoli
e punire le genti;
per stringere in catene i loro capi,
i loro nobili in ceppi di ferro;
per eseguire su di essi
il giudizio già scritto:
questa è la gloria per tutti i suoi fedeli.

 

Preghiamo

O Dio, che ci convochi nella tua casa per lodarti,
ascoltare la tua parola e celebrare i misteri della salvezza,
fa’ che il tuo Spirito ci liberi da ogni individualismo
e ci raccolga nell’unità di una sola famiglia.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

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