Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA XX, Anno A

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Una donna cananea, pertanto straniera ed estranea al giudaismo, riassume il suo rapporto davanti al Signore nell’immagine di un cane: non pretende ma ha fiducia nel suo padrone. Con questa consapevolezza essa insiste ed attende, sicura che il Figlio di Davide (e lei non è del regno di Israele) avrà qualche briciola anche per lei. Non recrimina che le sue preghiere meritino più attenzioni rispetto agli altri, non avanza meriti e doni per cui le spetti qualcosa… semplicemente sa che il bene che cerca è nell’autorità di quella persona che ha davanti perché egli ha pietà, compassione verso i miseri.

A lei bastano le briciole di attenzione di Gesù.

L’evangelista Matteo ama mettere in luce questi esempi di fede autentica e sorprendente estranei ad Israele, come i Magi, il centurione, la moglie di Pilato, per ricordare alla comunità del suo tempo -e anche a noi- che la fede non ha una base etnica e che in Cristo Gesù è giunto il momento in cui la benedizione e la promessa di Abramo si aprono a tutti i popoli che guardano a Gesù e lo riconoscono come il Messa universale, il Salvatore unico del mondo.

Là dove noi peccatori smettiamo le nostre autogiustificazioni e autodifese per rimanere umili davanti al Signore, scopriamo quanto è grande l’amore di Dio per noi.

1a lettura: Is 56, 1.6-7. Condurrò gli stranieri sul mio monte santo.

Salmo: Dal Salmo 66. Popoli tutti, lodate il Signore.

2a lettura: Rm 11, 13-15.29-32. I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili per Israele.

Vangelo: Mt 15, 21-2. Donna, grande è la tua fede!


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