Prima Lettura Ger 31, 7-9. Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 125. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Seconda Lettura Eb 5, 1-6. Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Vangelo Mc 10, 46-52. Rabbunì, che io veda di nuovo!
La fede che Gesù apprezza nel cieco di Gerico è quella che gli fa insistere nella sua richiesta, fino a gridarla, nonostante la folla gli intimi il silenzio. È per questa fiducia in Gesù che egli riacquista la vista e che si sente chiamare “salvato”.
La fede che salva infatti è riconoscere che la differenza per la mia vita la fa il Signore Gesù, invocato e cercato oltre ogni ostacolo. La cecità diventa allora la condizione nella quale esprimere il bisogno di Gesù e la guarigione non è solo vederci di nuovo, ma il rimanere insieme con Gesù e seguirlo.
Cuore di tutto infatti è il rimanere accanto al Signore, senza il quale anche la visione perfetta servirebbe a poco.
Noi abbiamo bisogno di Gesù, ed egli è venuto nel mondo per noi. Egli ha pietà, misericordia, non è estraneo alla nostra fatica, al nostro bisogno. Al di là dei filtri e degli impedimenti che ci separano da lui, egli è venuto per noi, per offrirci la salvezza sperata.
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