TRIDUO PASQUALE IN FAMIGLIA

Chiesa di Bologna. Santa Pasqua 2020

Celebrare il Triduo dalle proprie case 

GIOVEDÌ SANTO

VENERDÌ SANTO

SABATO SANTO

DOMENICA DI RISURREZIONE

Sussidio per la stampa (Pdf)

* vedi anche la liturgia delle ore
* vedi anche le altre iniziative sul triduo pasquale

Sale della terra e luce del mondo: questo sono i cristiani, ci dice Gesù. La pandemia continua a chiederci di essere efficaci nel nostro tempo, immersi nel mondo. Anche nelle nostre case continuano isolamenti pesanti come le tenebre, non solo per le restrizioni dovute al contagio, ma anche per povertà materiale e spirituale. Vogliamo portare tutti nel cuore, offrendo spazio e comunione a tutti nella nostra preghiera.
A partire da coloro che sono accanto a noi, cerchiamo di entrare nel Triduo santo anche con le nostre famiglie, e con tutti i “soli” del mondo, per passare dalle tenebre alla luce, dall’isolamento alla comunione divina, dalla morte alla vita.

Questo piccolo sussidio propone alcuni spunti per vivere il Triduo in famiglia. Sono suggerimenti che vanno scelti, adattati, costruiti secondo le circostanze e le situazioni di ogni nucleo familiare, prendendo fra di essi i più adatti alla situazione reale della famiglia. Sono stati pensati seguendo alcune linee guida:

* Siamo perfettamente consapevoli che i riti della Settimana Santa sono insostituibili, nella peculiarità delle nostre comunità. Anche quest’anno, nonostante l’impossibilità di radunarci tutti insieme, la celebrazione liturgica del Triduo pasquale è imprescindibile e sarà celebrata anche per noi nelle nostre chiese. Non mancheranno i modi per poter seguire i riti anche da casa, celebrati dal vescovo oppure nella nostra chiesa parrocchiale.

Tuttavia, anche nell’intimità della nostra casa e della nostra famiglia possiamo e dobbiamo fare “Pasqua”, e insieme al Signore Gesù Cristo passare da morte a vita. La preghiera e i riti familiari che qui presentiamo possono aiutarci a fare nostro il momento più sacro dell’anno, valorizzando il dono dell’ambiente domestico. È un’occasione per ritrovarci tutti insieme, coinvolgendo anche quelli tra noi normalmente più restii, vincendo ogni imbarazzo perché opportunità preziosa che può essere gestita con delicatezza, per annunciare il Vangelo di salvezza in modi nuovi e coinvolgenti.

* La situazione di prova che il mondo intero sta vivendo è una consapevolezza da tenere sempre nel cuore e a cui adattare opportunamente gli “strumenti” di conversione indicati dalla Quaresima: preghiera, digiuno e carità.

* Sempre, ma quest’anno con un’evidenza tutta particolare, i cristiani sono chiamati ad avere un cuore che batte con tutta l’umanità: la situazione di penitenza in cui volenti o nolenti ci troviamo non sia fonte di frustrazione ma occasione di santificazione per noi e per il mondo e la società in cui siamo immersi.

* Nel vivere questi giorni, facciamoci guidare dalla lettura dei Vangeli che narrano la passione, morte e risurrezione di Gesù: nel Vangelo di Matteo a partire dal capitolo 26; nel Vangelo di Marco dal capitolo 14, nel Vangelo di Luca dal capitolo 22, nel Vangelo di Giovanni dal capitolo 13.

Ecco di seguito le proposte a cui attingere, secondo le possibilità, per vivere in famiglia il Santo Triduo.

In fondo al sussidio, alcune tracce di preghiera per i momenti proposti.

Sempre, con gioia, Buona Pasqua!

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GIOVEDÌ SANTO

Giorno della Cena del Signore
Giorno dell’istituzione dell’Eucaristia e dell’Ordine sacro
Giorno del comandamento dell’amore: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato (cf. Gv 13,34)

«Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi» (Mc 14,15). Per segnare adeguatamente la sera della Cena del Signore con i suoi discepoli, si può partire da una grande cura nel preparare la tavola per la cena, con stoviglie “belle” e decorazioni adatte (che siano però diverse da quelle, altrettanto e più belle, da usare per il pranzo del giorno di Pasqua) e naturalmente le vivande.

Per quanto possibile, le vivande dovrebbero includere un pane azzimo (acqua e farina senza lievito), preparato insieme durante la giornata, oppure del pane di altro tipo. Non certo per scimmiottare la santa Cena, ma come simbolo che accompagna il pasto e ricorda il pane della prima Pasqua.

La cena si inizia con una preghiera: se in famiglia c’è l’abitudine di pregare prima del pasto, in questa occasione sarà “speciale” e solenne, richiamando ciò che tutta la Chiesa sta celebrando in spirito e nella realtà dei suoi ministri ordinati; se non c’è tale abitudine si può iniziare con una preghiera semplice e spontanea, anche solo un Padre nostro tenendosi per mano.

In questo Triduo 2020, la situazione ha consigliato di evitare che i ministri ordinati compiano nelle celebrazioni il rito più singolare: la lavanda dei piedi sull’esempio di ciò che fece Gesù ai suoi discepoli, comandando “Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”. Potrebbe essere occasione di recuperare in famiglia questo rito. A seconda dell’opportunità, e se la cosa può realizzarsi senza svilirne il significato, si può compiere dunque il gesto della lavanda dei piedi, accompagnato dalla lettura evangelica. I genitori ai figli e reciprocamente, la coppia l’un l’altro, i figli ai genitori…

L’orario della cena va organizzato in modo da potere seguire la Messa in Coena Domini attraverso qualche mezzo che la trasmetta, quella del vescovo o della propria parrocchia.

I Vangeli ci raccontano che dopo la cena, Gesù uscì nel Getsemani, entrando così nella sua agonia. Questa sera, un Giovedì santo così particolare per noi e per tutto il mondo, ci prepariamo all’atteggiamento di raccoglimento e di digiuno, che segnerà in particolare la giornata di domani, Venerdì santo.

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VENERDÌ SANTO

Giorno della Passione,
giorno del Figlio di Dio che muore come ogni uomo muore,
per risorgere come solo Dio può risorgere e, così facendo, vincere la morte per tutti.

In questa giornata che ricorda la morte del nostro Salvatore cerchiamo di assumere un atteggiamento di raccoglimento, e coltiviamo il desiderio di vincere il peccato, usando le armi antiche che aiutano a combattere l’egoismo: digiuno, preghiera e carità. In particolare, in questo tempo di dolorosi decessi, cerchiamo di renderci presenti in spirito accanto a chi è morto o sta morendo, soprattutto i più soli, i più angosciati, e ai loro familiari smarriti e lacerati. Cerchiamo dunque di praticare:

– il digiuno, spegnendo i mezzi di comunicazione per rientrare in noi stessi e nel nostro cuore, cercando il silenzio e la meditazione personale, riflettendo sulla fatica che certamente questo comporterà, e interrogandoci su ciò che per noi è veramente importante; 

– la preghiera, supplicando il Signore per il mondo intero in questo tempo così provato, e implorando per ognuno, singoli e collettività, la forza di uscirne rinnovati, migliori, più solidali e più aperti ai fratelli vicini e lontani.

– la carità, che mai come in questo momento si realizza praticando l’opera di misericordia spirituale “Pregare Dio per i vivi e per i morti”: e dunque portando nel cuore tutti gli ammalati, le loro famiglie e soprattutto quanti vengono a mancare in completa solitudine, lontani dai loro cari. In questi momenti in cui non sono possibili i conforti spirituali che normalmente accompagnano il passaggio all’altra riva, ricordiamo fra l’altro i presbiteri, falcidiati a decine dal virus.

La recita del santo rosario ci accompagnerà sotto la guida di Maria, in particolare i Misteri dolorosi, che seguono passo passo il cammino di Gesù verso la sua morte in croce. Il momento più adatto potrebbe essere nella mattinata, nelle ore in cui si svolge la passione di Gesù secondo il racconto evangelico. A seconda delle possibilità e delle circostanze, lo si può recitare coralmente in famiglia, coinvolgendo i più piccoli e spiegando che è un antico e santo modo di pregare per la Chiesa tutta che unisce  la semplicità alla profondità.

In questo giorno in cui il peccato e la morte sono vinti dall’amore, oppure nel giorno successivo del Sabato santo, in famiglia se possibile si potrebbe celebrare un momento di riconciliazione, chiedendosi reciprocamente perdono fra i componenti del nucleo familiare per i torti fatti e subiti, e ripensando alle relazioni amicali e parentali incrinate o spezzate, per tentare se possibile un riavvicinamento.

In questo giorno è prescritto il digiuno anche alimentare, a cui cerchiamo di conformarci secondo le possibilità, saltando almeno un pasto, astenendoci per tutto il giorno dal mangiare carne.

In questo giorno una forma speciale di carità potrebbe essere raggiungere telefonicamente le persone che sappiamo essere sole, e offrire loro qualche momento di compagnia e incoraggiamento.

Ci saranno poi certamente le occasioni di seguire le celebrazioni della Liturgia della Passione e della Via Crucis del Papa, per sentirci ed essere parte della Chiesa tutta. Se si vuole mantenere in questo giorno il digiuno da video vari, mai come quest’anno opportuno e necessario, occorre però che gli appuntamenti con la TV o lo streaming siano preparati in anticipo, e non siano occasioni di interrompere il raccoglimento.

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SABATO SANTO

Giorno del Silenzio
Giorno dell’Attesa

È il giorno dell’attesa e del silenzio. L’angoscia e lo smarrimento degli amici di Gesù quel primo Sabato santo sono per noi temperati dalla certezza che il gioioso mattino di Pasqua è venuto e verrà.

È per la Chiesa privo di liturgie, eccetto la preghiera delle Ore, una sospensione e una assenza da meditare, e una nostalgia da alimentare in questa Quaresima in cui tale assenza per tutti i fedeli laici ha assunto un peso tutto particolare. La notte sarà la notte della luce, la notte del cero pasquale, la notte del rinnovo della nostra fede battesimale.

Fra le occupazioni domestiche, sempre mantenendo un atteggiamento sobrio e raccolto, ci si potrebbe dedicare alla preparazione della casa per la festa di famiglia del giorno di Pasqua, facendo pulizia, ordine, profumando gli ambienti, preparando le decorazioni per l’indomani, e secondo le abitudini i cibi pasquali della tradizione.

Si potrebbero cercare e riprendere i ricordi del battesimo dei componenti la famiglia, se possibile: la candela che fu accesa quel giorno e che si potrà accendere adesso il giorno di Pasqua, le foto, i sussidi, i confetti o qualunque altro ricordo di quel giorno speciale.

Si potrebbero preparare o confezionare delle luci, candele o simili per la mensa domenicale e da porre sui davanzali e balconi prima di dedicarsi alla Veglia pasquale a cui si assisterà attraverso i mezzi di trasmissione.

La luce è un simbolo bello ed efficace, e quando scende la sera, oltre alla Veglia oppure in alternativa a essa nel caso di impossibilità di assistervi, si può celebrare un rito domestico di vittoria della luce sulle tenebre, prendendo spunto dalla traccia riportata in fondo al presente sussidio.

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DOMENICA DI RISURREZIONE

Giorno dell’Alleluia!
Giorno della Vita che non muore!

Il silenzio del sabato cede il posto al giubilo della domenica di Pasqua. Segniamo questa santa domenica con tutti o alcuni dei seguenti suggerimenti. Le tracce per aiutare a celebrare questi momenti si trovano in fondo al presente sussidio.

Suoniamo e facciamo festa con la voce e gli strumenti: campane, musica, canti, riempiendo di suono gioioso la giornata.

La preghiera del mattino sia corale e gioiosa, cantando insieme Alleluja e leggendo il Vangelo delle donne al sepolcro.

La mensa del giorno di Pasqua sia tutta bianca, che per la liturgia è il colore della festa, con luci e per quanto possibile fiori. Anche gli abiti potrebbero essere bianchi o avere qualcosa di bianco, richiamo al nostro battesimo nato dalla Pasqua. Sulla tavola diamo spazio alle uova e ai cibi pasquali tradizionali, e benediciamo la mensa con gioia.

Raggiungiamo per telefono amici e parenti per offrire loro gli auguri gioiosi di Buona Pasqua.

La sera leggiamo i racconti delle apparizioni di Gesù ai discepoli nei vari Vangeli, raccontandoli ai più piccoli, riconoscendo l’Ospite divino, che non manca mai in mezzo a noi.

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