Dal vangelo secondo Matteo (Mt 23,1-12)
In quel tempo Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
COMMENTO
Nella famiglia dei discepoli si riconoscono solo due autorità: Il Cristo, guida e maestro; il Padre, quello celeste. Tra loro, i discepoli sono fratelli, sono alla pari. La nostra generazione ama molto dirsi egualitaria, più per affermare che nessuno può imporsi sull’individuo che per vero senso di fraternità, ma è del tutto allergica alla “paternità”, all’ “insegnamento” e alla “guida”, come se queste cose fossero nemiche della propria libertà. È libero solo chi è consapevole della sua origine e non si illude di essere l’autore di se stesso; è libero solo chi conosce le cose e riceve un insegnamento; è libero solo chi si lascia introdurre nella vita e nella libertà.
PREGHIERA
Salmo 118(119)
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.
Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno.
Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia.
Venga a me, Signore, il tuo amore,
la tua salvezza secondo la tua promessa.
Preghiamo.
Padre misericordioso,
che nell’incarnazione del tuo Figlio Unigenito
hai offerto all’uomo che camminava nelle tenebre
una luce di salvezza,
concedici un cuore docile,
perché possiamo accogliere il suo insegnamento
che ci guida alla gloria eterna.
Per Cristo nostro Signore. Amen.