Meditazione sul vangelo del giorno

GIOVEDÌ XI SETTIMANA

Chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate».

COMMENTO

La preghiera cristiana non deve convincere Dio a correre in nostro soccorso, non deve essere persuasiva e seducente, ma deve convincere noi a fidarci di Dio. È il nostro cuore che prima crea il problema con la sua brama e poi cerca la soluzione, secondo il suo criterio, si inquieta per le avversità e lamenta per il ritardo. È il nostro cuore che deve convertirsi e dire a Dio i timori e le speranze, per imparare a confidare in lui.

PREGHIERA
Sal 129(130)

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.

Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

Preghiamo.

Padre santo,
che provvedi a tutte le creature,
sostienici con la forza del tuo Spirito,
perché nelle preoccupazioni di ogni giorno
non ci lasciamo dominare dall’egoismo,
ma cerchiamo prima di tutto il tuo regno
e la sua giustizia.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

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