Nel numero dei penitenti che si accostano al fiume Giordano, incoraggiati dalla predicazione del Battista, c’è anche Gesù. Tutti si immergono nell’acqua per purificarsi e nel lavaggio vorrebbero lasciare lì la loro ribellione e il loro peccato, come ci lascia nell’acqua la sporcizia del corpo. Viene nel Giordano anche l’innocente, il Santo, il Figlio di Dio ed egli raccoglie su di sé il peccato del mondo, come un panno pulito immerso nell’acqua sporca.
Così lo ha chiamato Giovanni: “Agnello che toglie il peccato del mondo”. Così farà Gesù: fratello di ogni peccatore, si fa carico della colpa di tutti e la espia, vivendo nella comunione con Dio invece che nella opposizione a lui e alla sua volontà.
Il Padre dai cieli lo riconosce come il Figlio che gli dà soddisfazione, perché corrisponde alla sua volontà. Gli conferma lo Spirito, perché non c’è separazione nella vita divina e il Figlio è sempre nell’abbraccio del Padre. Lo indica a tutti noi, perché prendiamo fiducia che il male del mondo è cancellato nel compimento della volontà del Padre, compiuta da Gesù in tutta la sua vita, soprattutto nella Pasqua.
Prima Lettura Is 55, 1-11. Venite all’acqua: ascoltate e vivrete.
Salmo Responsoriale Is 12,2-6. R. Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Seconda Lettura 1 Gv 5, 1-9. Lo Spirito, l’acqua e il sangue.
Vangelo Mc 1, 7-11. Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento.
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