Prima Lettura: Gen 15,5-12.17-18 Dio stipula l’alleanza con Abram fedele.
Salmo Responsoriale : Dal Salmo 26(27) Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Seconda Lettura : Fil 3,17-4,1 Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso.
Vangelo : Lc 9,28b-36 Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.
Nella notte, sul monte, Gesù svela una bellezza luminosa e commovente, che sorprende e intimorisce gli apostoli testimoni dell’evento. È uno splendore, quello che traspare dalla umanità di Gesù, che ha un segreto motivo: quello della preghiera. Pregando, unito al Padre suo, Gesù svela che quella comunione con lui è la radice di ogni bellezza, è lo splendore della vita umana. La natura divina che gli appartiene altro non è che quella intimità con il Padre, ed è offerta anche a noi, perché nella preghiera che ci unisce a Dio siamo resi partecipi della medesima condizione di Figli del Padre.
Noi siamo attirati dalla bellezza e la desideriamo per noi stessi e per il mondo che ci circonda. Per realizzarla siamo disposti anche a sacrifici. Ma i risultati sono superficiali e infruttuosi se non si cambia il cuore e la bellezza non parte da uno stile di comunione con Dio.
La preghiera di Gesù infatti è un amore per il Padre, una disponibilità a compiere la sua volontà, ed è per questo che manifesta una bellezza autentica, profonda, stabile.
Le parole di Pietro ci ricordano che se anche le capacità umane non riescono a realizzare la bellezza che sperano, tuttavia gli uomini sono capaci di riconoscere la bellezza quando la incontrano e di desiderarla quando ne rimangono affascinati.
È bello contemplare il Signore, restare con lui.
È bello godere anche noi della stessa bellezza, attraverso la preghiera.