Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA VI DI PASQUA, ANNO A

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

La solitudine è la paura di tutte le paure, angoscia dell’uomo da sempre. Sappiamo infatti che non possiamo associarci per affrontare qualsiasi prova, che viene il momento in cui non possiamo contare su nessun altro se non su noi stessi. Poi c’è la morte, che ognuno di noi affronta da solo e non può vivere con nessuno. Per questo il dono di un amico, dolce ospite, che chiamato risponde e si colloca accanto a noi è il dono più alto di tutti. Questo è il dono del Paraclito, la potenza della vita divina che unisce: unisce il Padre al Figlio; unisce noi nella Chiesa; unisce ciascuno al Salvatore. Egli è con noi sempre, dal momento che abbiamo deciso di appartenere al Cristo Signore. Nella gioia non è la soddisfazione di aver raggiunto qualche traguardo, ma la sua presenza che ci rallegra, perché gioisce con noi. Nella prova non sono le strategie in nostro possesso che ci danno pace, ma la sua presenza che non si allontana. Nella morte, quando ogni altra speranza umana retrocede impotente, è ancora una volta lui, che dopo averci accompagnato per tutta la vita, svela la sua presenza e apre i nostri occhi sulle cose invisibili.

Prima Lettura At 8,5-8.14-17. Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 65(66) R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Seconda Lettura  1Pt 3,15-18 Messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

Vangelo Gv 14,15-21. Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito.


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