Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA XIII Anno A

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

La nostra frequenza del Vangelo ci rende a volte così assuefatti alle parole di Gesù da non coglierne più la portata provocatoria, rivoluzionaria. Siamo talmente abituati a pensare che il Signore condivida il nostro pensiero da non ascoltarlo più, dandogli ragione come si fa come quando si accondiscende ad una persona un po’ squilibrata, ma che non si prende poi troppo sul serio. Gesù è un po’ “squilibrato”, se vogliamo così sottolineare la sua distanza dalle logiche di questo mondo, soprattutto da quelle più radicate in noi. Egli si propone ai suoi discepoli, che lo seguono con leggerezza, non come un passatempo tra gli altri, come un affetto tra gli altri, ma come una presenza totalizzante, nel cuore, nella mente, nell’intelligenza e nelle forze (Mc 12,30). Egli non scherza quando dice di preferirlo ai familiari, e non possiamo trattarlo con accondiscendenza, come fosse uno che non sa quello che dice. Gesù stesso ha fatto dell’obbedienza al Padre celeste un principio al quale ha sottoposto anche l’obbedienza ai genitori terreni (Lc 2,49; Mc 3,31-35) e sa bene quello che chiede. Perché noi siamo così diffidenti a queste parole evangeliche, tanto da armare difese e liquidare il Vangelo? Perché temiamo di rimetterci a seguire il Signore. È l’atteggiamento di Adamo che ci portiamo dietro da allora e non ci permette di capire che se amiamo e preferiamo Gesù a tutto e a tutti, non sono non perdiamo niente e nessuno, ma amiamo meglio ognuno e godiamo meglio di ogni cosa.

Prima Lettura 2Re 4,8-11.14-16a. Costui è un uomo di Dio, un santo, si fermi da noi.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 88 (89). R. Canterò per sempre l’amore del Signore.

Seconda Lettura Rm 6,3-4.8-11. Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui: camminiamo in una vita nuova.

Vangelo Mt 10,37-42. Chi non prende la croce non è degno di me. Chi accoglie voi, accoglie me.


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