Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA XXII DELL’ANNO C

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Il Signore conosce il cuore dell’uomo e conosce anche la sua aspirazione a crescere, il desiderio di grandezza, per il quale è necessario avere anche un riconoscimento, qualcuno che ti dica che sei grande.

Il Vangelo ci ha abituato ai suoi linguaggi paradossali, in cui le cose si ribaltano e chi è in alto finisce in basso, che è ultimo arriva prima. Ci ha abituati al paradosso, ma non ci ha ancora convertiti, per cui abbiamo sempre poca fiducia nella proposta di “arricchire” davanti a Dio”, di cercare la gloria di Dio e non degli uomini, di essere visti solo da Dio che vede nel segreto, per non essere lodati dagli uomini.

In questo il maestro è sempre Cristo, umanità riuscita e felice proprio perché mite ed umile di cuore, lui che dalla grandezza della sua condizione divina si è umiliato, spogliandosi e annientandosi fino a diventare uomo, servo, morto. La sua grandezza, per la quale ogni ginocchio si piega dinanzi a lui nei cieli, sulla terra e sotto terra, è offerta dal Padre, che esalta il Figlio dall’umiliazione della morte per la sua fedeltà, e lo fa sedere sul trono di gloria.

“Pieghiamoci alle cose umili” (Cfr. Rm 12,16), Dio ci riconoscerà conformi a lui e ci chiamerà alla sua tavola, al posto di onore che egli ha riservato per chi gli è fedele.

Prima Lettura Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]. Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 67(68) R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero

Seconda Lettura Eb 12,18-19.22-24a. Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Vangelo Lc 14,1.7-14. Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.


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