Prima Lettura Gn 2, 18-24. I due saranno un’unica carne.
Salmo Responsoriale Sal 127. R. Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Seconda Lettura Eb 2, 9-11. Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.
Vangelo Mc 10, 2-16, (forma breve 10, 2-12) L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
La rassegnazione con cui disperiamo di poter vedere sorgere il regno di Dio nella nostra vita è la nostra colpa più grave. Certo tocchiamo con mano la nostra debolezza, la fragilità che ci inclina a cadere, ma quando permettiamo che questa determini la nostra rinuncia alla giustizia e al bene, noi offendiamo la grazia di Dio.
Un simile cinismo ha bisogno di ammantarsi di scaltrezza, di acume per essere sopportabile, così più ci sentiamo disillusi e senza speranza più crediamo di “saperla lunga”, di saper stare al mondo.
È decisamente più onesto il giudizio di Gesù che riconosce nella nostra rassegnazione al male la voce di un cuore indurito, piuttosto che un giusto giudizio. Stanchi per la nostra debolezza non vogliamo ricordare la grazia del Signore, non vogliamo contare sulla sua misericordia, credendo di limitare i danni ad accondiscendere alle rotture e alle separazioni, piuttosto che annunciare il regno di Dio che verrà, con una speranza che non ha fondamento umano ma solo divino.
Chi è più affidabile, quindi: la promessa di Dio di realizzare il suo Regno in questa vita e nell’altra, oppure la rassegnazione di chi relega il Vangelo nello scaffale delle favole per bambini?
- Foglio letture (XXVII anno B)
- Preghiere Fedeli (XXVII anno B)
- Giorno del Signore in famiglia XXVII domenica (anno B)
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- Liturgia delle ore XXVII domenica dell’anno B (III del salterio)
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