Dal vangelo secondo Luca (14,1-6)
Un sabato Gesù si recò
a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare
ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
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COMMENTO
A cosa serve la religione, la nostra devozione a Dio? È un anelito insopprimibile del cuore verso la trascendenza, che nella rivelazione cristiana si scopre compiuta in una relazione personale con Dio, nel suo Figlio Gesù e non in un vago sentimento indistinto. Ma questa religiosità si illude di avere raggiunto la trascendenza se non si apre alla liberazione dei fratelli dalla loro schiavitù. Il Dio vivo e vero è il Dio che ha creato l’uomo per la sua vita e la sua libertà. Chi ama Dio con tutte le forze, ama anche ciò che Dio desidera, opera ciò che Dio vuole.
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PREGHIERA
Salmo 17(18)
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti infernali;
già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
Preghiamo.
O Dio,
che per liberare l’uomo
dalla schiavitù del peccato
hai mandato il tuo Figlio unigenito
in questo mondo, concedi a noi,
che attendiamo con fede
il dono della tua misericordia,
di giungere al premio della vera libertà
Per Cristo nostro Signore. Amen.

