Meditazione sul vangelo del giorno

Venerdì XXX settimana

Chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto

Dal vangelo secondo Luca (14,1-6)

Un sabato Gesù si recò
a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare
ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

COMMENTO

A cosa serve la religione, la nostra devozione a Dio? È un anelito insopprimibile del cuore verso la trascendenza, che nella rivelazione cristiana si scopre compiuta in una relazione personale con Dio, nel suo Figlio Gesù e non in un vago sentimento indistinto. Ma questa religiosità si illude di avere raggiunto la trascendenza se non si apre alla liberazione dei fratelli dalla loro schiavitù. Il Dio vivo e vero è il Dio che ha creato l’uomo per la sua vita e la sua libertà. Chi ama Dio con tutte le forze, ama anche ciò che Dio desidera, opera ciò che Dio vuole.

PREGHIERA
Salmo 17(18)

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.

Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti infernali;

già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.

Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.

Preghiamo.

O Dio,
che per liberare l’uomo
dalla schiavitù del peccato
hai mandato il tuo Figlio unigenito
in questo mondo, concedi a noi,
che attendiamo con fede
il dono della tua misericordia,
di giungere al premio della vera libertà
Per Cristo nostro Signore. Amen.

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