Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA V DI QUARESIMA, anno A

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Le pietre tombali sono pesanti, perché devono impedire che qualcuno disturbi il sonno dei defunti, non certo che essi escano dai loro sepolcri. È doloroso, ma allo stesso tempo anche importante poter “metterci una pietra sopra” e quindi dichiarare definitiva una condizione, poter ripartire, ricostruire, senza incertezze e senza ridefinire sempre ogni cosa.

Del resto, la morte è l’unica certezza della vita, si dice sempre. Potrà non piacere, potrà lasciarci afflitti, ma -tant’è- siamo sicuri di dover fare i conti con questo e di dover ripartire da questo. Eppure la nostra speranza è inversa e fa pesanti le pietre tombali per attendersi con maggior rumore il fragoroso boato della risurrezione, perché nessuna cosa ci riesce a fare rassegnati della morte. La risurrezione di Lazzaro, per quanto vittoria temporanea sulla morte, di un uomo che dovrà morire una seconda volta, è la scoperta che c’è chi ha ragione anche della morte, colui che è la Risurrezione e la vita, Gesù Cristo. Non c’è sigillo, roccia, peso che possa impedire alla sua voce di richiamare i morti e di farli passare alla vita. Dietro le pietre tombali dei nostri sepolcri non si cela la condizione definitiva, perché con Gesù la morte si è trasfigurata in un sonno. Verrà il giorno in cui il Signore sveglierà coloro che sono nei sepolcri e li chiamerà alla vita. Leggere come foglie anche le più imponenti coperture non potranno conservare come definitive le persone che custodiscono.

Prima Lettura Ez 37,12-14. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.

Salmo Responsoriale Sal 129 (130). R. Il Signore è bontà e misericordia.

Seconda Lettura Rm 8,8-11. Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

Vangelo Gv 11,1-45. Io sono la risurrezione e la vita.


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