Dal vangelo secondo Matteo (11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
COMMENTO
Il giogo è lo strumento che rende efficace la fatica, perché trasforma in un solco che porterà frutto il movimento dell’animale. Noi infatti rischiamo di lavorare invano, di faticare senza fare solco, senza portare frutto. Abbiamo bisogno del giogo del Signore che da senso al nostro camminare e lascia dietro di noi una scia di vita e di pane. La nostra stanchezza è aggravata dalla frustrazione della inutilità, e il senso di oppressione dall’infruttuosità della nostra vita. Altri gioghi che gravano sulle nostre spalle ci bloccano e non realizzano la loro promessa, anzi ci umiliano e ci schiacciano. L’unico giogo che ci salva è quello dolce e leggero della legge di Cristo, che trasforma in un paradiso il mondo dove noi la esercitiamo.
PREGHIERA
Sal 126(127)
Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella.
Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno.
Ecco, eredità del Signore sono i figli,
è sua ricompensa il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un guerriero
sono i figli avuti in giovinezza.
Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:
non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici.
Preghiamo.
Accogli, o Padre,
le preghiere della tua Chiesa
e soccorrici nelle fatiche e nelle prove della vita;
la venuta di Cristo tuo Figlio
ci liberi dal male antico che è in noi
e ci conforti con la sua presenza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.