Prima Lettura: At 5,27b-32.40b-41 Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.
Salmo Responsoriale : Dal Sal 29 (30) Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
Seconda Lettura: Ap 5,11-14 L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.
Vangelo : Gv 21,1-19 Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.
Il Signore risorto si mostra ai suoi discepoli a tavola. Questo è un tratto peculiare della nostra esperienza religiosa perché, a differenza anche di altri culti misterici, il pasto è semplice, senza bevande che devono stordire o danze che fanno cadere in trance: c’è solo la familiarità del gesto di spezzare il pane. Come facciamo ad accorgerci che la morte è vinta? Spezzando il pane, non prolungando il banchetto per ignorare il male del mondo. Come godere della riconciliazione con il Padre celeste? Spezzando il pane, non ubriacandoci per dimenticare. Come vedere la pace ristabilita e la divisione ricucita? Spezzando il pane, non abbuffandoci per nutrire la nostra avidità e la nostra paura. Il Signore Gesù svela di avere vinto la morte, riconciliato con il Padre, unito le genti proprio in quel gesto, che nella notte del tradimento egli aveva compiuto profeticamente, nell’incredulità e incomprensione dei discepoli. Ora noi comprendiamo, che il Cristo ha vinto proprio perché in obbedienza al Padre ha condiviso la sua vita con noi, come ha fatto con il pane. Ora noi comprendiamo che nella frazione del pane lui comunica a noi la sua vittoria. Ora noi gustiamo lui, Pane del cielo, che entra come alimento della nostra esistenza per formare il nostro spirito ad immagine del suo. Ora noi adoriamo lui, che rimane con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.