Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA V DI QUARESIMA, anno B

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Siamo così attaccati alla vita che guardiamo con fastidio qualunque cosa ci ostacoli, prima ancora che diventi una minaccia vera e propria. Soprattutto quando altri intralciano i nostri obbiettivi e ostacolano le nostre ambizioni, diventiamo presto intolleranti. Per quello che vogliamo e ci sembra indispensabile, riteniamo di avere diritto al servizio degli altri, alla loro collaborazione. Quanto è lontano da tutto questo Gesù di Nazaret, che è venuto per servire e non per essere servito! Sembra veramente qualcosa dell’altro mondo, di lontanissimo dalla nostra sensibilità, consumarsi per gli altri. Può aver senso proporre questo “sacrificio” di se stessi a vantaggio di altri come via di realizzazione della propria felicità? Secondo il Vangelo questo è proprio il segreto della vita, perché si conserva e si incrementa nel momento in cui la si usa, e la si guasta quando invece la si difende e la si preserva. È la parabola del chicco, che se preserva la sua integrità è destinato alla solitudine e alla inefficacia; se osa invece perdersi per germogliare, consumarsi per fiorire, allora diventa pane, per tutti. Ma perdersi, consumarsi, è certamente un esercizio di mortificazione, è un morire a se stessi, secondo il modello pasquale di Cristo. Egli ama e muore, si perde per mondo, dà la vita per gli amici, si consuma per tutti. Così la sua morte lo fa terminare come uomo, ma ne fa emergere in tutta la sua bellezza la sua dimensione divina, quella filiale che lo unisce al Padre eterno. Così anche per noi: chiediamo il coraggio di consumarci per amore, per far spuntare la vita eterna che il Figlio di Dio ci dona.

Prima Lettura: Ger 31, 31-34 Concluderò un’alleanza nuova e non ricorderò più il peccato.
Salmo Responsoriale : Dal Salmo 50  Crea in me, o Dio, un cuore puro.
Seconda Lettura : Eb 5,7-9 Imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza eterna
Vangelo : Gv 12,20-33 Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.


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