Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA XXIII DELL’ANNO

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Prima Lettura Is 35, 4-7. Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 145. Loda il Signore, anima mia

Seconda Lettura Gc 2, 1-5. Dio non ha forse scelto i poveri per farli eredi del Regno?

Vangelo Mc 7, 31-37. Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

La nostra creazione è incompleta, finché non incontra il suo Salvatore, Gesù Cristo. È “sottoposta alla caducità”, ricorda Paolo (Rm 8,20) e spera di essere liberata dal suo limite. Nessuna perfezione infatti è concessa da soli, ma nell’incontro con l’Altro, il Signore. Con questa speranza noi cerchiamo Gesù e invochiamo il suo Spirito, per poter vincere i limiti che ci chiudono alla relazione con l’altro.

Noi siamo stati cercati. Il Verbo eterno è venuto nel mondo per risuonare nelle nostre orecchie e sulle nostre labbra. Grazie a lui abbiamo sentito di essere amati, e possiamo comunicare l’amore, trovando il fondamento della relazione autentica.

Con Dio e con i fratelli noi completiamo noi stessi quando permettiamo all’altro di volerci bene e noi stessi ci offriamo loro, proponendo il nostro amore. Da questa relazionalità siamo salvati. Finché queste aperture sono sigillate, noi crediamo di udire, di essere disponibili all’altro, ma in realtà sentiamo solo noi stessi; noi crediamo di parlare, di comunicare noi stessi all’altro, ma in realtà noi ci tratteniamo indisponibili all’altro.

Se il Signore vince le nostre paure, dissigilla le nostre chiusure e comanda “Effatà!”, potremo osare la relazione e il compimento della nostra vita.


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