Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA XXXI ANNO C

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Noi consideriamo perduto qualcosa che smettiamo di cercare, perché ormai è irrecuperabile. Dobbiamo rassegnarci, farcene una ragione e andare avanti senza. Finché si tratta di un mazzo di chiavi, di un documento, passato qualche giorno di irritazione, la seccatura poi passa, e finiamo per dimenticare ciò che abbiamo perduto. Più difficile per le persone, che quanto più sono legate a noi, tanto più lasciano “cicatrici” enormi, ricordi dettagliati, nostalgie pesanti… eppure, anche senza le persone che abbiamo perduto noi andiamo avanti ugualmente. 

Dio no. Lui cerca e trova ciò che era perduto. E si scomoda mandando il suo Figlio unigenito perché si ritrovi ciò che era perduto. Su di noi non c’è un pensiero di rassegnazione e di fatalità, ma una misericordia paterna efficace che non smette di cercare e di trovare ciò che gli manca. Noi siamo dei ritrovati, dei salvati, perché a noi il Signore ha potuto dire la buona notizia della Paternità inossidabile di Dio.

Prima Lettura   Sap 11,22-12,2. Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.

Salmo Responsoriale.  Dal Sal 144 (145).  R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Seconda Lettura 2 Ts 1,11-2,2. Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.

Vangelo   Lc 19,1-10. Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.


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