Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA XXXII ANNO C

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Quando Gesù vuole spiegare la sua comprensione del Padre celeste, lo chiama “Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe”, “Dio dei viventi”. È molto consolante accogliere questa definizione di Dio, come di un Dio per il quale i suoi figli sono preziosi, ed egli li ricorda. 

Nonostante la distanza e nonostante la morte, i suoi figli sono presenti davanti al loro Dio, che è il fondamento della loro esistenza anche quando biologicamente quell’esistenza si conclude. 

Del resto è l’esperienza che lo stesso Gesù ha fatto, quella di essere recuperato dalla morte dall’amore e dalla fedeltà del Padre, che non permette che il suo consacrato veda la corruzione. Lo stesso legame, più forte della morte, è il legame che ancora vuole unire tutti noi a Dio e riempirci così di speranza, nella vita eterna e nella risurrezione.

Dio è Dio della vita, non della morte. Tutto quello che raggiunge e unisce a sé lo rende partecipe della vita. Lui è la pianta sulla quale siamo innestati, lui la sorgente del nostro corso d’acqua, lui il fuoco della nostra lampada. 

Condividendo la fede di Gesù nel Padre suo celeste, condividiamo anche la sua speranza nella vita eterna.

Prima Lettura  2 Mac 7,1-2.9-14. DaIl re dell’universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna.

Salmo Responsoriale. Dal Salmo 16. R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.

Seconda Lettura 2 Ts 2,16-3,5. Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.

Vangelo  Lc 20,27-38. Dio non è dei morti, ma dei viventi.


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