Meditazione sul vangelo del giorno

Mercoledì XXVII settimana

chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto

Dal vangelo secondo Luca (11,1-4)

Gesù si trovava in un luogo a pregare;
quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse:
«Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre,

sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

COMMENTO

A pregare si impara. La preghiera infatti non ha niente a che fare con un vago sentimento religioso, con un afflato o un trasporto. La preghiera si impara perché non è istintiva. È la vita del Figlio di Dio che si rivolge al Padre e pertanto non è nostra, ma sua. E proprio perché lui la insegna e la comunica, allora può essere nostra: noi possiamo vivere il respiro del Figlio di Dio, attraverso la sua preghiera, e sperimentare quella corrispondenza con il Padre che è la meraviglia della vita cristiana.

PREGHIERA
Salmo 88(89)

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,

perché ho detto:
«È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho portato aiuto a un prode,
ho esaltato un eletto tra il mio popolo.

Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;

la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».

Io farò di lui il mio primogenito,
il più alto fra i re della terra.

Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.

Preghiamo.

O Dio, Padre dei credenti,
che estendendo a tutti gli uomini
il dono dell’adozione filiale
moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli,
concedi al tuo popolo di rispondere degnamente
alla grazia della tua chiamata.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

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