Meditazione sul vangelo del giorno

Venerdì XXVII settimana

chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto

Dal vangelo secondo Luca (11,15-26)

In quel tempo Gesù disse: «Quando un uomo forte, bene armato,
fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro.
Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

COMMENTO

Nel mistero pasquale, Gesù Cristo ha sbaragliato le porte degli inferi e ha tratto fuori i prigionieri, portandoli alla libertà del cielo. È lui il più forte. È lui che ha vinto anche le mie catene e la mia prigionia. La libertà di Cristo è un dono speciale, esigente. Ma senza di lui c’è solo dispersione. Siamo infatti frammentati e impoveriti senza la sua libertà, strattonati dietro ogni tensione che desidera farci sua.

PREGHIERA
Salmo 67(68)

Sei salito in alto e hai fatto prigionieri
dagli uomini hai ricevuto tributi e anche dai ribelli,
perché là tu dimori, Signore Dio!

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.

Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.

Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici,
la testa dai lunghi capelli
di chi percorre la via del delitto.

Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare,
li farò tornare dagli abissi del mare,

perché il tuo piede si bagni nel sangue
e la lingua dei tuoi cani
riceva la sua parte tra i nemici».

Appare il tuo corteo, Dio,
il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.

Precedono i cantori, seguono i suonatori di cetra,
insieme a fanciulle che suonano tamburelli.

«Benedite Dio nelle vostre assemblee,
benedite il Signore, voi della comunità d’Israele».

Preghiamo.
O Dio che hai redento il tuo popolo
nel sangue prezioso del tuo Figlio
il Signore Gesù Cristo,
assisti questo popolo con la tua grazia,
perché, raggiunta la libertà perfetta,
possa godere in cielo
quella gioia che ora pregusta sulla terra.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

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