Che speranza ha l’acqua davanti alla roccia, la morbidezza del liquido contro la durezza della pietra? Nessuna, tranne la perseveranza, perché come dice l’antico adagio, la goccia scava la pietra non con la forza ma cadendo spesso. La nostra fede è debole, impotente, si spaventa facilmente davanti alle prove troppo dure della nostra vita. Ci sembra inutile tutto e noi, come in balia di eventi troppo più grandi di noi, siamo rassegnati al male.
La fede che invece Gesù propone ai suoi discepoli è una fede combattiva, che non smette di essere morbida e umile come l’acqua, ma ha ragione anche della roccia più dura per l’insistenza, la perseveranza. È così che si esprime nella preghiera la vita di fede dei credenti, perché essi sanno di potersi rivolgere a Dio, osando, perché il Signore ascolta.
Così noi non ci vergognamo di pregare, di insistere, per presentare a Dio la nostra paura e la nostra speranza: paura del male, speranza della sua misericordia. E con perseveranza la nostra preghiera si alimenta della nostra fiducia in Dio e a sua volta irrobustisce la nostra fede. Finiremo per avere la stessa fiducia del Figlio di Dio che è capace di chiedere al Padre non più che si compia la propria volontà, ma la sua.
Prima Lettura Es 17,8-13. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva
Salmo Responsoriale Dal 120 (121). R. Il mio aiuto viene dal Signore.
Seconda Lettura 2Tm 3,14-4,2. L’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Vangelo Lc 18,1-8. Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui
- Foglio letture (XXIX anno C)
- Preghiera dei fedeli Domenica XXIX anno C
- Liturgia delle ore XXIX domenica dell’anno C (I del salterio)
- Vangelo per i bimbi.pdf; Vangelo per i bimbi.docx
- Giorno del Signore in famiglia XXIX domenica (anno C)
- Commenti alle letture e alla liturgia del giorno
- Meditazione sull’eucologia (MR p. 290 Ci preceda e ci accompagni sempre)