Vivere il Giorno del Signore

DOMENICA XXVI ANNO C

Strumenti per la santificazione del giorno festivo in famiglia e in parrocchia

Se me lo si permette, paragonerei volentieri la vita ad un gioco da tavolo, da fare in compagnia. Certamente ogni gioco ha il suo “scopo del gioco”, le sue regole, ma l’obiettivo è fuori di esso, è stare bene insieme e passare una bella serata, crescere nell’amicizia. Se alla fine del gioco, quando si chiude il tabellone e si ripongono le pedine, ti è rimasto un bel malloppo di banconote false ma hai perso l’amicizia degli altri che erano con te, hai davvero vinto?
Anche la vita a un certo punto si chiude e rimangono solo le cose vere. Le altre, se sono servite bene, avranno aumentato la tua umanità, creando legami, amicizie, fraternità. Altrimenti saranno state inutili, o addirittura dannose: proprio quelle banconote false o quei traguardi che hanno senso solo sul tabellone di gioco saranno stati motivo di tensioni e di rancori che rimangono anche dopo la fine del gioco, un solco che può tramutarsi fino ad un abisso.
La Sapienza vuole che si usi del gioco della vita per l’obiettivo più alto, quello del Regno dei cieli, nel quale siamo tutti fratelli.

Prima Lettura Am 6,1a.4-7. Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Salmo Responsoriale Dal Sal 145 (146). R. Loda il Signore, anima mia.

Seconda Lettura 1 Tm 6,11-16. Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.

Vangelo Lc 16,19-31. Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.


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