Il cuore dell’uomo è un abisso, per questo non smette di battere per qualcosa, di desiderare e di sperare. Questo genera continuamente delle attese, che accendono la vita e la mettono in moto. La speranza è infatti questo propulsore che muove l’uomo verso l’obiettivo che ancora non c’è ma che si ambisce raggiungere. Il cristiano ha un grande desiderio e quindi una grande speranza, ha una grande attesa e per questo si mette in moto, finché non raggiungerà questo traguardo che lo renderà beato, felice: è l’incontro con il Signore, pieno e definitivo. Gesù lo paragona ad un banchetto di nozze, che in tutte le culture è l’esperienza umana più lunga, più ricca, più sfarzosa, per la novità che genera, per la vita che apre e la felicità che promette.
Noi aspettiamo questo, non una fine, non una morte. Noi aspettiamo Cristo che ci introduca alla festa, che ora già ci contagia nei preparativi e ci cattura.
Prima Lettura Sap 18,6-9 Come punisti gli avversari, così glorificasti noi, chiamandoci a te.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32(33) R. Beato il popolo scelto dal Signore.
Seconda Lettura Eb 11,1-2.8-19 Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso
Vangelo Lc 12,32-48 Anche voi tenetevi pronti.
NB. SABATO SERA, GIORNO DELLA TRASFIGURAZIONE, LA LITURGIA NON È QUELLA DOMENICALE MA QUELLA DELLA FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE